Il 19 Novembre 2013, l'ANCI promuove un'iniziativa nazionale per lanciare un segnale d'allarme in merito alla legge di stabilità 2014. Con la presentazione di un documento ufficiale, il presidente ANCI e sindaco di Torino Piero Fassino illustra al Governo le principali richieste avanzate dai Comuni italiani.
Si tratta di un appello per dire no a campagne denigratorie contro i Comuni, per evidenziare il contributo delle municipalità al risanamento della finanza pubblica e per fare chiarezza sulla situazione delle tasse e degli sprechi, troppe volte scaricata sulle spalle dei Comuni. Da uno studio Ifel sulla contabilità nei municipi italiani, emerge che quello dei Comuni é il comparto che più di tutti ha contribuito al risanamento della finanza pubblica. Tra il 2007 ed il 2014, infatti, i Comuni hanno contribuito per circa 16 miliardi, 8 miliardi e 700 milioni in termini di patto e quasi 7 miliardi e mezzo di riduzione dei trasferimenti. Il prezzo del risanamento pagato fino ad oggi dai Comuni si rileva anche dalla contrazione degli investimenti per più di 4 miliardi, pari a una riduzione del 28% nel periodo 2007/2012.
Sul fronte della spesa corrente, bisogna dire che mentre lo Stato la aumenta dell'8% (a fronte di un aumento del 4,26% delle entrate), al contrario i Comuni la riducono del 2,5%, tenendo sostanzialmente invariate le entrate correnti.
Si tratta di una situazione difficilmente accettabile per i cittadini che hanno visto aumentare la pressione fiscale locale senza averne beneficiato, come nel caso dell'IMU, che non è stato destinato ai Comuni ma al risanamento del bilancio statale. È il capovolgimento del principio di autonomia e responsabilità su cui si fonda il patto elettorale tra sindaco e cittadini.
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